IMPERFETTO vs PASSATO PROSSIMO: Quando si usano? Qual è la differenza?

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - A podcast by Graziana Filomeno - italiano online

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Quando si studia l'italiano, l'imperfetto e il passato prossimo sono tra i primi tempi verbali, assieme al verbo presente, ad essere studiati. Pertanto, possono sembrare argomenti per principianti ma, in realtà, il loro uso può creare delle difficoltà anche agli studenti più esperti, a causa delle loro differenze che talvolta possono essere molto sottili. Per questo motivo, nella lezione seguente vedremo insieme come utilizzare propriamente questi due tempi verbali e le loro differenze. Inoltre, nel video allegato a quest'articolo, troverete un utile esercizio per verificare ciò che avete imparato!    Imperfetto e Passato Prossimo: usi e differenze Iniziamo col dire che entrambi i tempi si usano per parlare del passato, ma da due prospettive diverse: - il passato prossimo si riferisce a eventi circoscritti nel tempo, ossia che hanno un inizio e una fine - l’imperfetto si riferisce ad eventi abituali, di cui non si conosce esattamente l’inizio e la fine   Ma vediamo più nel dettaglio questi due tempi Il passato prossimo è usato: per indicare un’azione che è avvenuta, una o più volte, in un momento definito del passato (ieri, due mesi fa, l’anno scorso, in quel momento, ecc.). Esempi: "Ieri ho mangiato la pizza ai 4 formaggi" (il momento in cui si svolge l’azione è chiaro a tutti: ieri) "Sono andata allo stadio soltanto 3 volte l’anno scorso"  (l’azione si è svolta l’anno scorso) "Quando ho guardato il Re Leone, ho pianto" (l’azione si è svolta quando ho guardato il Re Leone) ATTENZIONE! In alcuni testi o discorsi potrebbe capitare che il momento in cui si svolge l’azione non venga espresso; in questi casi il tempo in cui si è svolta l’azione è sicuramente stato dichiarato precedentemente o è già chiaro a tutti, pertanto non è necessario ripeterlo. Esempio: "- Cosa hai fatto l’altro ieri? - Sono andato a correre!" Nella frase “sono andato a correre” è presente un passato prossimo sebbene nella frase non venga espresso il momento definito in cui si svolge l’azione. Questo accade perché nella frase precedente l’interlocutore aveva già chiarito che il tempo in questione fosse l’altro ieri.   per parlare di un’azione con una durata definita, di cui si conoscono con certezza l’inizio e la fine. Esempi: "Ho vissuto a Roma per 5 anni" (l’arco di tempo in cui si è svolta l’azione è di 5 anni) "Ci siamo rilassati durante l’estate" (l’arco di tempo è definito, in quanto si sa quando l’estate comincia e quando finisce) "Gli studenti hanno chiacchierato tra loro per tutta la lezione" (in questo caso ci si riferisce a una durata definita, quella dell’intera lezione)   L’imperfetto è usato: per indicare un’azione abituale, collocata in un arco di tempo indefinito, nel passato, di cui non sappiamo inizio, fine o durata (tutti i giorni, ogni estate, sempre, da bambino, di solito…) Esempi: "Da bambina, mangiavo la pizza con i würstel" (era un’abitudine in una fase non ben definita della vita, in quanto non si sa da che età a che età) "Prima di vivere a Roma, non prendevo mai la metropolitana" (era un' abitudine durante un periodo di cui non si conosce la data di inizio e fine) "Di solito, andava allo stadio per vedere la sua squadra del cuore" (Non si sa quando esattamente) "Quando ero adolescente, guardavo solo film romantici" (in questo caso ci si riferisce ad una fase della vita, di cui non è precisata la durata, né l’inizio, né la fine)   ATTENZIONE! - se il tempo è indefinito, però l’azione si è svolta solo una o un numero determinato di volte,

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